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Il portiere di Condominio va in pensione

Capita spesso che il portiere chieda di continuare il suo lavoro nel Condominio, anche dopo il compimento dei 67 anni di età e il conseguente diritto alla pensione. O che siano gli stessi condomini, a volersi tenere stretti un portinaio meritevole di fiducia.

Fino a quale età può lavorare il portiere del condominio?

La Corte di cassazione (20089/2018) ricorda che l’articolo 24, comma 4, del Dlgs 201/2011 non riconosce al lavoratore alcun diritto soggettivo a rimanere in servizio fino ai 70 anni d’età, prevedendo tale circostanza come mera possibilità da concordare con il datore di lavoro.

Ciò significa che il dipendente del nostro condominio – qualora anche il datore di lavoro fosse d’accordo – potrà continuare a lavorare dopo il compimento dei 67 anni.

Sarà quindi l’assemblea a decidere se proseguire il rapporto di lavoro con il portiere, considerando lo stato di salute del lavoratore rispetto alle mansioni che dovrà continuare a svolgere.

Non è, tuttavia, possibile proseguire il rapporto di lavoro a fronte dell’opzione per “Quota 100”: per questa misura, infatti, è stato introdotto un divieto di cumulo tra reddito da lavoro e pensione, valido fino al momento in cui si raggiunge il diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia.

Il portiere va in pensione: interruzione del rapporto di lavoro

Raggiunti i termini di pensionamento, se non c’è intenzione di proseguire il rapporto di lavoro con il portiere, l’amministratore può recedere dallo stesso senza obbligo di interpellare l’assemblea.

Il raggiungimento dell’età pensionabile da parte del dipendente non determina però l’estinzione automatica del rapporto di lavoro: il datore di lavoro dovrà predisporre una lettera di licenziamento e rispettare i termini di preavviso previsti per legge (sentenza di Cassazione n. 521/2019).

Dopo di che, non resterà che organizzare una meritata festa di addio per il neo-pensionato portiere.

Fonte: Sole 24 ore

Cristina Maran